Dove-sta-l'Anomalia?

Università di Palermo, la lezione degli studenti di “Anomalia”. La rioccupazione dell'edificio di via Archirafi, n.11, di proprietà dell'Università, da parte del gruppo di studenti denominato “Anomalia” è una notizia che fa ben sperare. Non mi si fraintenda. L’occupazione abusiva di un immobile altrui è un reato, non c’è dubbio. Ma nel caso dell’azione di “Anomalia” ricorre questa fattispecie penale?
Gli studenti sono una componente fondamentale dell'istituzione Università, tanto è vero che sono presenti nei suoi organismi rappresentativi. Parte di questa componente, violando regole amministrative interne, questo sì, occupa un immobile fatiscente, abbandonato alla rovina da vent'anni, per farne uno studentato per ragazzi fuori sede bisognosi di un alloggio. Spende nell’impresa, per puro volontariato, i propri magri risparmi (oltre ventimila euro) e il proprio tempo libero per restaurare l’edificio, recuperando alla fruizione una trentina di camere da assegnare agli studenti non residenti a Palermo e gli spazi necessari per riunioni, attività teatrali, sportive, ricreative e culturali.
In sintesi gli studenti universitari di “Anomalia” hanno fatto e stanno facendo ciò che il Rettore e l’Amministrazione dell’Università avrebbero dovuto fare da vent’anni. E’ illegale questo modo di agire di studenti consapevoli, intelligenti, socialmente impegnati? Ricorrono appropriazioni personali? Io ci intravedo solo senso della comunità e del futuro di un'istituzione, l’Università, che dovrebbe porsi, sempre più, al servizio esclusivo dei suoi allievi.
Il Rettore Roberto Lagalla e il Senato accademico, anziché pensare di ricorrere ad autoritarie azioni repressive, dovrebbero fare innanzitutto autocritica, riflettendo sui danni derivanti dalla pregiudizievole inerzia (durata vent’anni, ripeto) frapposta al recupero di un edificio strategico per la soddisfazione di primari bisogni della popolazione studentesca.
Adesso non ci si impunti nel bollare ancora i comportamenti degli studenti di “Anomalia” come atti di lesa maestà nei confronti delle autorità accademiche, ma ci si adoperi affinché l’opera degli studenti venga riconosciuta e potenziata, riportando il tutto alla piena legalità amministrativa.

Antonio Carollo



Daniela Vaccaro | 08/10/2011 | Letto [5948] volte

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