REMIX:-MI-PARE-CHE-LE-ESTATI-SI-VADANO-ACCORCIANDO

Le estati infantili scorrevano nella noia felice.
Un ossimoro fatto quasi solo di partite a pallone senza margini di campo, tempo e punteggio. L'unico limite era la perdita del pallone oltre una cancellata insormontabile: “s’arroccò”, e in quel passato remoto c’era l’unica malinconia di quella stagione talmente noiosa e talmente felice da sembrare interminabile.
La scansione delle settimane era affidata all’uscita di Topolino e del Corriere dei Piccoli, rimpiazzati in età più avanzata da Monello e Intrepido.
Era proprio su quelle riviste che improvvisamente, quando l’estate pareva iniziata da un tempo brevissimo, compariva la prima pubblicità di una cartella o di un diario scolastico.
Un tuffo al cuore.
Voleva dire che presto sarebbe arrivato il momento di tornare a scuola.
Ecco la vera linea discriminante dei mesi estivi: dopo di essa ogni partita di pallone acquistava il sapore amarostico delle cose destinate a non durare più.
Per quanto fosse colorata e allegra, questa prima pagina pubblicitaria arrivava come una pugnalata a tradimento. Quel che in tempi molto diversi sarebbe stato scoprire il nome di un conoscente fra i necrologi del giornale.
Un memento mori che ci coglieva quando pensavamo che l’estate, e l’esistenza, fossero destinate a durare per sempre.



Roberto Alajmo | 08/08/2015 | Letto [4729] volte

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