REMIX:-I-RISCHI-DEL-CANNIBALISMO-RITUALE

L’ammiraglio James Cook (1728-1779) si guadagnò gloria e onoreficenze da parte della corona inglese comprando mezzi continenti in cambio di perline colorate. Andava, contrattava coi capi tribù, mostrava luccicanti cocci di bottiglia e, truffa dopo truffa, costruiva le fortune coloniali inglesi.
Per lunghi anni le sue navi attraversarono gli oceani, sempre con maggior fortuna, fin quando, arrivato alle Hawaii, i cannibali indigeni lo uccisero e se lo mangiarono prima ancora che avesse il tempo di salutare.
La vicenda di Cook si presta a una lettura allegorica della situazione italiana, dove ci si accinge, dopo averlo a lungo adorato, a divorare il Grande Ingannatore.
Ognuno, sulla base delle proprie convinzioni umanitarie può liberamente giudicare se il cannibalismo politico si configuri come buona o cattiva notizia.
Una notizia cattiva c’è comunque: in certe popolazioni, il cannibalismo rituale è fondato sulla convinzione che, mangiando la carne di una persona, se ne acquisiscano le virtù.
Ecco il dramma: dall’uccisione cannibalesca di Berlusconi da parte dei suoi ex servi c’è il rischio che nascano tanti altri piccoli Berlusconi con cui fare i conti negli anni a venire.



Roberto Alajmo | 20/07/2015 | Letto [5673] volte

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