"Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono, poi vinci"
(Gandhi)
Il povero Alberto Tedesco, non contento di essere stato miracolato dal voto trasversale che ne inibiva larresto, si mette a battere i piedini perché nel suo partito, il Pd, non gli vogliono abbastanza bene. E se ne va sbattendo la porta. Uffa uffa e uffa.
È chiaro: più li metti in lista sulla base di una presunzione di servilismo, più quelli si sentiranno sollevati a spezzare le catene, sciogliere le trecce e correre liberi ad abbracciare il maggiore offerente: proprio per dimostrare di non essere servi.
Bisogna dare atto ai vertici del Partito Democratico di saper prendere le distanze, a posteriori, dai propri inquisiti. Ora però si tratta di fare uno sforzo in più: cacciarli prima.
O addirittura, ma sarebbe utopia, riuscire a evitare di metterli in lista.
