"Il razzismo è come il culo: puoi vedere quello degli altri, ma non il tuo"
(Ascanio Celestini)
Lelemento più affascinante di tutta la barricata difensiva approntata dagli avvocati di Silvio Berlusconi è il seguente: era stata lei, Ruby, a dire di essere nipote di Mubarak. Elemento abbagliante, proprio.
Se ne ricava che quando un settantacinquenne telefona nel cuore della notte in questura per chiedere di scarcerare una minorenne accusata di furto, il massimo di cui lo si può accusare è di demenza senile. Che poi debba governare un Paese da sessanta milioni di abitanti, è un discorso diverso.
Se ne ricava pure che per entrare nella residenza del Primo Ministro della quinta (?) potenza mondiale basta dire alla guardia: Sono la nipote di Mubarak.
E se hai le tette, passi.