"Un maestro è come un segnale stradale. Ti indica la retta via, ma non ti ci accompagna. Nè ci va."
(Anonimo)
(Ancora un assaggio dei "49 martiri")
Esce dal suo appartamento, chiude la porta e si ritrova pianerottolo. Si dirige verso le scale. Per un attimo si ferma a guardare il vuoto sotto di lui. La sua testa pure, gli sembra svuotata. Forse è una legge fisica: due vuoti si attraggono, vuoto chiama vuoto. Qualcosa del genere.
Primo Levi nasce a Torino nel 1919. Si iscrive al Liceo Classico Massimo DAzeglio, dove fa in tempo, per qualche mese, ad avere come professore Cesare Pavese. Alla licenza liceale viene rimandato: in italiano.
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Il successo arriva quando ormai lui non se lo aspetta più, e stenta a fidarsene: continua parallelamente, per tutta la vita, entrambe le sue attività di chimico e di scrittore.
Quando per un attimo si sofferma a osservare il vuoto della tromba delle scale è l11 aprile 1987. Primo Levi ha 68 anni ed è considerato il maggior testimone del più grande orrore che lumanità abbia mai visto e fatto finta di non vedere. Nessuno sa cosa gli sia passato per la testa in quellultimo momento. Ma una cosa ha scritto molto tempo prima: sono i disagi materiali, la fame, la sete a salvare dalla disperazione. È tale lo sforzo di riuscire a sopravvivere, che non si ha il tempo per cercare di morire.
