MESTIERI-EMERGENTI

Forse il primo esempio è stato quello di Giulia Bongiorno che parlando al telefono col senatore Andreotti, urlò davanti alle telecamere: “Assolto!”. Un autentico colpo di genio, e magari all’altro capo del telefono non c’era nessuno. Inutile a quel punto sottilizzare sui fatti: si trattava di una assoluzione con formula infamante, da andarsi a nascondere in un eremo e restarci per tutto il resto della vita. Questione di prontezza e faccia di bronzo.
Totò Cuffaro al momento della condanna tentò lo stesso trucco, ma dopo aver esultato davanti ai giornalisti volle strafare, con quel vassoio di cannoli che era veramente troppo anche per un’opinione pubblica come quella italiana, capace di digerire qualsiasi cosa.
Ora Dell’Utri: sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Due di sconto rispetto al primo grado presentati come l’anticamera del paradiso.
Certo, la situazione può essere gestita dagli stessi difensori, che devono sapersela sbrigare con la stampa. Ma oltre ai normali avvocati, agli indagati veramente al passo coi tempi serve qualcuno che gestisca integralmente, sul piano mediatico, il dopo-processo.
Per i giovani che aspirano a trovare un’occupazione sul moderno mercato del lavoro, si profila una specializzazione che prima non c’era e oggi invece c’è: il Sentence Manager.



Roberto Alajmo | 30/06/2010 | Letto [2173] volte

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