REMIX:-LA-DOMANDA-ASSERTIVA

Il mestiere di giornalista è mutante, da una ventina d’anni a questa parte.
Alcuni effetti secondari di questa mutazione meritano di essere segnalati.
Una cosa che prima non c’era e adesso c’è è la domanda assertiva.
Prima il giornalista poneva all’intervistato una serie di domande-domande, che si concludevano con un punto interrogativo. Oggi sempre più spesso alle conferenze stampa si alza un giornalista che non domanda nulla: asserisce. Fa una sua dichiarazione: e che sia messa agli atti.
Forse è la frustrazione di un mestiere sempre più anchilosato. Forse il desiderio di esternare un punto di vista che non si riuscirebbe a esprimere altrimenti: più irrilevante è il tuo giornale, più devi cercare un modo per esibirti.
Allo stesso modo, ai pubblici dibattiti la maggioranza degli interventi del pubblico non sono più questioni rivolte a chi si trova sul palco. Quando un cittadino si alza lo fa quasi sempre per esprimere la propria opinione. Per fare una specie di comizio. E va bene se si riesce a contenerlo nella durata di dieci minuti. Alla fine l’effetto, solitamente, è un velo di imbarazzo.
Difatti la migliore risposta alle domande che non sono domande, è una domanda: ci sono altre domande?



Roberto Alajmo | 17/01/2020 | Letto [4712] volte

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