LA-RIVOLUZIONE-PUO'-ATTENDERE---REMIX

I motivi per cui una vera rivoluzione ritarda sono piuttosto articolati. Di sicuro c’è la rendita di posizione della generazione che da un po’ bussa alla porta del mondo del lavoro, e nessuno viene ad aprire: nel frattempo vogliate gradire qualche anno di foraggiamento gratuito da parte della generazione dei padri. In fondo chi ha fottuto il futuro di questi ragazzi deve pur pagarne un minimo le conseguenze.
Ma fra le ragioni di questo limbo pre-rivoluzionario c’è pure quel che almeno dal ‘68 in poi è stato un articolato sistema di sfiatamento: l’assemblearismo scolastico e universitario. A denunciarlo si passa per reazionari, e allora ammettiamo pure che scioperi, cortei e occupazioni a vario titolo rappresentano una formidabile risorsa per la formazione dell’immaginario adolescenziale: il che non è motivazione da poco.
Allo stesso tempo, però, il rischio è che questo stillicidio di micro manifestazioni serva a far da sfogatoio alle pulsioni di rivolta giovanile, di fatto sterilizzandole. Facciamo uno sciopero studentesco, un’assemblea. Occupiamo la scuola, la facoltà. Facciamo sentire forte le nostre ragioni, purché poi rientriamo nei ranghi prima di compromettere gli scrutini o la prossima sessione di esami.
Funziona un po’ come la valvola della pentola a pressione: prima che scoppi, un po’ di vapore sfiata, di modo che il mefitico minestrone possa continuare a cuocere.
Certo: fin quando all’interno della pentola rimane dell’acqua.



Roberto Alajmo | 27/11/2013 | Letto [3752] volte

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